mercoledì 2 luglio 2008

famolosstrano3

Uno dei comportamenti più trasgressivi, credetemi, è quello di SALUTARE le persone , magari con un sorriso ( vedi famolosstrano2).Entrare nel proprio posto di lavoro e pronunciare un sonoro " Buon giorno a tutti " provoca molti tipi di reazione : c'è chi risponde belando " Buon giorno aanche a tee "), stupito/a di tanto coraggio, c'è chi ti guarda con sospetto ( "è già passata al bar" , "si è già fatta una riga "- ovviamente non nei capelli - ), chi alza su di te uno sguardo di avversione e , se per caso stava parlando, si ammutolisce ostentatamente.
Puoi capire se nella hit parade dei colleghi sei amata molto, poco, così così , a seconda di chi ti saluta e di come lo fa: ad esempio , le mie quotazioni nel mio ambiente di lavoro sono notevolmente calate dopo una delle mie performances in collegio docenti : perfino il preside mi omaggia del suo silenzio quando mi vede arrivare, ma so che omaggia dello stesso trattamento anche altre colleghe ( non tutte, però! in fondo è sempre un uomo... basta dargli ragione, e tutto passa ).
Poi , avete provato ad entrare in certi negozi, dove se salutate vi mettete immediatamente nei guai ? Ossia, ricordate a titolari e commesse che dovranno chiedervi che cosa volete, e presentarvi varie opzioni, e perfino farvi provare qualche scarpa, qualche vestito, qualche oggetto ?
Per fortuna non sono tutti così: anzi, ci sono belle persone che hanno deciso di resistere a reagire a questo tempo così grigio e triste anche con il sorriso ed il saluto.
Provate a fare i sociologi " scalzi" e registrate chi saluta , a chi saluta volentieri e chi no...
Io ho visto che i bambini piccolissimi, se incontrano uno sguardo buono sorridono e agitano la manina ; una delle cose più belle che mi capita per strada è sentirmi dire " ciao" da personcina sconosciute ma già desiderose di creare legami ( che delusione riserviamo loro, poi ...! )
Anche molti anziani lo fanno, ed è commovente vedere alcuni vecchissimi signori toccarsi il cappello od addirittura alzarlo per salutarti. Cortesie d'altri tempi, valori d'altri tempi. In loro vedo anche la sorpresa di essere " visti" dagli altri: anch'io sto entrando nella generazione di chi " è stato", e sempre meno incontro persone che conoscevo, che hanno costruito insieme a me la comunità roveretana, che mi ri/conoscono.
E' ovvio che qualcuno non sorride e non saluta perchè è proprio triste, è oppresso da grandi sofferenze personali e familiari , perciò difficilmente si apre al mondo con un sorriso od un saluto. Eppure, quando capita a me mi sentirmi " caduta fuori dal mondo", respinta, ferita, proprio il saluto mi restituisce fiducia negli altri , nella vita, e dà sollievo alla mia tristezza , alla mia malinconia. Così penso che il mio sorriso ed il mio saluto possa servire anche ad altri : penso inoltre che stiamo perdendo una delle capacità umane di base, quella di provare empatia ... privi o privati della capacità di saperci mettere nei panni degli altri siamo riusciti a diventare ( quasi ) una razza dis/umana.
Quindi anche il saluto è una piccola forma di resistenza civile all'abbrutimento...

(Devo però confessare che io ho tolto il saluto alle persone che molto mi hanno fatto soffrire , sul piano personale e politico : ricordo ancora la lettera di una ex amica ( ? ) che, dopo aver partecipato in prima persona al mio linciaggio politico in occasione della presentazione, da parte mia, di una delibera sgradita al suo gruppo di riferimento, ebbe il coraggio di chiedermi di non toglierle il saluto... e lo fece con toni arroganti , della serie : se non mi saluti più fai sei una ...
Non saluto neppure i compagni/scompagni al cui gruppo devo una fatica immensa nel governare; ma li guardo dritta negli occhi, che spesso loro abbassano.)

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