mercoledì 29 ottobre 2008

proposta di mobilitazione

Non posso pensare senza angoscia alla morte per lapidazione di una giovane donna somala, fatta eseguire ieri dai talebani allo stadio di Chisimoio.
Le sue grida strazianti feriscono a morte anche me, vorrei essere stata lì, avrei voluto correre verso i suoi torturatori come ha fatto uno dei suoi parenti per combatterli, avrei voluto che la gente lì presente, ed obbligata ad assistere, si fosse ribellata. Anche perchè , nel tafferuglio seguito a questo tentativo, è stato ucciso un bambino.
Uccidere donne e bambini è uccidere, davvero, il futuro : e chi conduce queste barbare guerre " moderne" per il controllo dei territori in nome del potere e del denaro lo sa bene.
Credo che queste donne debbano essere chiamate màrtiri da tutti i popoli e da tutte le religioni.
Di tutte le notizie lette ed ascoltate questa mattina, è questa per me la più toccante.
Perchè aggiunge crudeltà a crudeltà, nella lotta continua che il patriarcato - non solo quello talebano, e non solo attraverso le lapidazioni, e spesso con la complicità femminile, conduce contro il principio femminile della vita, della gioia, della speranza per tutti e tutte.
Leggete "Leggere Lolita a Teheran", una splendida testimonianza dall'interno di un regìme ipocrita : mi ha impressionato ciò che viene riportato sul risvolto di copertina, dove si legge che i maschi talebani possono avere rapporti sessuali con gli animali, con l'unico divieto di consumarne - dopo - le carni : hanno ragione coloro che descrivono la nostra umanità sull'orlo della pazzia collettiva e della paranoia .
Lapidare le donne , costringere i bambini ad ammazzare " da soldati", togliere dignità alle donne con la violenza , la menzogna e l'inganno , togliere loro la vita psichica oltre che quella fisica, sono delitti che, davvero, gridano vendetta al cielo.
Vorrei che le nostre grida fossero tante, ed alte, e che contro la morte delle donne per lapidazione ci fosse una mobilitazione planetaria

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